Monte Altissimo (Seravezza)

Per quanto riguarda l’entroterra versiliese, tracce di sporadica frequentazione sono attestate probabilmente nel VI secolo a.C. sul Monte Lieto (Stazzema, 1016 m s.l.m.), sul Monte Altissimo (Seravezza, 1589 m s.l.m.), a Grotta all’Onda (Camaiore, 710 m s.l.m.) e sul versante meridionale del Monte Matanna (Stazzema, 1317 m s.l.m.). Queste frequentazioni potrebbero essere messe in relazione con la ricerca di marmo e minerali in genere da parte degli Etruschi che abitarono la Versilia.

Sul Monte Altissimo furono individuati nuclei abitativi liguri, risalenti al II secolo a.C., come evidenziato da alcuni reperti, quali un asse onciale in bronzo e i frammenti di un’anfora di tipo greco italico di provenienza campano-laziale; le anfore erano commercializzate verso le popolazioni liguri dai centri etruschi costieri. Questi nuclei abitati, insieme a quelli che occupavano i circostanti rilievi delle Apuane, dovevano perciò costituire una linea difensiva arroccata, a controllo della pianura versiliese e dei passi che univano i due versanti delle Alpi Apuane, di particolare importanza nel momento dello scontro diretto con l’esercito romano. Scontro che divenne inevitabile quando, durante la seconda guerra punica (218-201 a.C.), i Liguri si schierarono apertamente dalla parte di Annibale, contro i Romani ed i loro alleati etruschi. Al termine della guerra Roma concentrò quindi le sue forze in opposizione ai Liguri, ormai irriducibili, che ostacolavano la sua politica espansionistica verso l’Italia settentrionale.